Le mie pardulas di ricotta

 

Le conoscete? Sono davvero commossa e assai fiera di me per tanti motivi. Non sono sarda (già sapete) e nessuno mi ha insegnato a farle, ma la Ceci è fatta così…si spreme per cercare di far felici gli altri prima che se stessa. Cerca, la Ceci, di donare emozioni attraverso questi gesti che sono un TEMPO DEDICATO. Dopo i 7 km di salite e discese di stamattina, chi me l’ha fatto fare di passare tutto il pomeriggio a faticare per fare questo dolce tipico sardo? Il mio cuore! Il mio cuore che lancia sassolini nelle pozzanghere e tenta sempre di generare cerchi.
Cosa sono? Sono le PARDULAS o CASADINAS o FORMAGGELLE, dolci sardi tipici soprattutto per le festività pasquali. Cestini di semola a forma di sole con cuore di ricotta di pecora aromatizzata con scorza di agrumi e zafferano.
Il dolce di Pasqua è pronto. Uno dei dolci, l’altro lo compro 😉 Non sono venute benissimo? Non sono bellissime??? Ho studiato tremila ricette prima di farle e poi di tre ricette ne ho fatta una “mixata” seguendo cuore e istinto.
Sembrano proprio tanti soli a indicare la luce della Resurrezione. Un invito: aggrapparsi tenacemente al giallo! Il giallo della luce e… (viva il doppio senso in tempo di Covid).

Ingredienti per la pasta:

200 grammi di semola di grano duro rimacinata

200 grammi di farina 00

50 grammi di strutto

2 albumi

200 ml di acqua

Ingredienti per il ripieno:

1kg di ricotta di pecora

150 o 200 grammi di zucchero a vostro piacimento

1 o 2 bustine di zafferano (a seconda dei gusti)

120 grammi di farina

1 bustina di lievito vanigliato

4 tuorli

1 cucchiaino di sale

la scorza di due limoni non trattati

la scorza di un’arancia non trattata

Zucchero a velo o miele a piacere

Per il ripieno. Fondamentale è che la ricotta rilasci il più possibile il suo siero. L’ideale sarebbe lasciarla in frigo due giorni in uno scolapasta a maglie strette a far scolare e coperta da un canovaccio da cambiare più volte. Per essere fedeli alla tradizione occorre la ricotta di pecora, ma potete usare anche quella mista o vaccina.

In una ciotola capiente unite gli ingredienti del ripieno e amalgameteli bene con una forchetta senza usare fruste o frullatori. Fate riposare per una ventina di minuti.

Per la pasta: iniziate lavorando lo strutto con le due farine, aggiungete gli albumi e l’acqua poco alla volta. Lavorate bene l’impasto in modo energico e impastate più volte fino ad ottenere un panetto omogeneo, compatto e liscio.

Pronti sia il ripieno che l’impasto, dovrete dedicarvi ai cestini di pasta con la macchinetta per la pasta (Imperia) . Prelevate pezzi di impasto (tenetelo coperto con un canovaccio) e inseriteli nella macchina per poi arrivare allo ” spessore 3″ della macchina Imperia. Pronta la striscia di pasta, adagiatela sul tagliere infarinato e con un coppapasta tagliate dei cerchi di circa 8 cm di diametro.

Una volta fatti i dischetti, togliete i ritagli che reimpasterete. Prendete poi una “pallina” di composto alla ricotta e ponetela al centro del disco. Così:

A questo punto dovete “pizzicare” la pasta in modo da creare le punte della stella/sole. Fatelo in modo contemporaneo e simmetrico. Sollevate due lembi simmetrici di disco e pizzicate stringendo bene. Fatelo 2 o 4 volte a seconda che vogliate 4 o 8 punte. Io ne volevo 8.

Così:

Fatte? 🙂

Ponetele ora su una teglia ricoperta da carta da forno e infornate in forno già caldo a 170 gradi per 30 minuti circa. Dovranno dorarsi senza bruciarsi e il ripieno si gonfierà a palloncino per poi ridursi.

Una volta cotte potete spennellarle con miele diluito con acqua tiepida oppure farle raffreddare e poi servirle con semplice zucchero a velo.

Et voilà! A me ne sono venute 36. Potete tranquillamente congelarle da cotte.

Che sia un piccolo sole “dentro” a illuminare i giorni e i cuori!

Buona Pasqua a tutti! Resistiamo! 💛

Dalla mia Bologna è tutto!

Cecilia Mazzeo, autrice, foodblogger, Mamma Ceci, “tante cose”…