The marocchino alla menta

thé alla menta 1

 

Invito alla lentezza.

Due giorni fa ho ricevuto in dono una scatolina con foglie di menta e verbena secche. Un dono prezioso perché è stato preceduto dal mio desiderio di assaggiare il the marocchino alla menta. Scambi di cuore alle 8 del mattino prima che suoni la campanella della scuola. Scambi tra madri, funambole della vita. A farmi questo dono è stata N., mamma di A. N. e A. vengono dal Marocco e io le trovo bellissime e speciali. Quando guardo N. vedo eleganza, dolcezza, fierezza. Sento che siamo “sorelle”, non so spiegarlo diversamente. Sorelle sotto lo stesso cielo. Possono dividerci radici geografiche, “credo” ed abitudini, ma la sorellanza che sento rimane e luccica forte e chiara. Queste foglie di menta e verbena sono preziose perché sono state raccolte da un contadino nel Sud del Marocco, precisamente in un piccolo paesino berbero di nome Atbbane. Dunque racchiudono il sentore e la poesia di una terra. Mi spiegava N. che è loro usanza preparare il the tutti i pomeriggi e non solo al pomeriggio. Un rituale quasi sacro, un momento di raccoglimento, ma soprattutto un invito alla lentezza che è andata perduta. Ormai si consuma tutto in fretta e furia, senza soppesare i profumi e le emozioni che ci cascano dentro. Anche il caffè al bar lo chiamiamo “espresso” perché è veloce, istantaneo, immediato. Invece il the alla menta marocchino ha un messaggio dentro: “ti apro le porte di casa mia, ma tu siediti e respira. Ti apro le porte di casa mia purché tu voglia concederti un tempo lento. Tempo di vita. E di degustazione.”

Thé alla menta 4

La menta raccolta in Marocco è particolarmente profumata e ricca di mentolo. Si può arrivare a intuire che questa usanza, segno di accoglienza e di ospitalità, nasca dall’esigenza fisica di tutelarsi e rinfrescarsi visto il clima torrido e le proprietà straordinarie della menta. Questa bevanda rappresenta una vera e propria cerimonia, spesso eseguita dal capofamiglia che compie numerosi passaggi prima che il the possa considerarsi perfetto, giusto e ricco. Le foglie di menta vanno ad arricchire una base costituita da the verde, molto rinfrescante. Solitamente si usa una teiera tipica in argento. Questo tipo di cerimonia del the si chiama Atay Naa Naa: il capofamiglia mette un po’ di the verde in una o più teiere. Poi versa un po’ di acqua bollente. Il primo the versato nei tipici bicchieri decorati alti e stretti si chiama “Anima del the” (Errouh). Poi viene aggiunta altra acqua bollente per risciacquare dall’amaro. Infine vengono aggiunte le foglie di menta, lo zucchero e un po’ di “anima del the” e altra acqua bollente. Dopo qualche minuto d’infusione il capofamiglia agita l’infuso,  assaggia e regola di zucchero e di menta. La teiera viene poi alzata in alto e il the versato dall’altezza spettacolare di 40 centimetri circa. I movimenti caratteristici e coreografici hanno lo scopo di ossigenare il the.

Io ho usato questo the verde e poi ho aggiunto le foglie di menta regalatemi da N.

Grazie N. per la tua dolcezza, per questo tempo lento e per questo aroma dolce che mi porta lontano.

(foto di Maman Cécile-Cecilia Mazzeo)

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