Pennette alla crema di zucchine

pennette con crema di zucchine

Oggi sentivo il bisogno di colori tenui, pastello. Di atmosfere gentili e delicate. Del rosa confetto e del verde menta che annunciano una cerimonia (domenica prossima ci sarà la Prima Comunione di mia figlia e ho un’emozione tenera nel cuore). Presa dalle pulizie di primavera, da vetri da far brillare e tende da stendere, mi sono avvicinata ai fornelli all’ultimo secondo. E ora cosa cucino? Così, mi sono inventata queste pennette rigate alla crema “fresca” di zucchine. Questo piatto e questi colori mi portano alla mente le poesie di Emily Dickinson e un momento di bellezza condiviso con mia figlia. Ve lo racconto:

Tempo fa con Maria Sole ho recuperato un sacco di “cose” scolastiche…perse causa influenza. La lezione di scienze in classe ha previsto fiori freschi da sezionare. Potevamo limitarci a infilare nel quadernone i fogli della maestra, pronti per lo studio…invece ci siamo messe anche noi a “sezionare” sul tavolo della cucina. Qualche rosa e un fiore di ciclamino. Armate di coltellino e pinzetta siamo entrate in punta di piedi nel cuore del fiore. Vi confesso che in quell’indugiare tra gambi, petali e sepali…ho provato una specie di tristezza, di profanazione verso un essere vivente. Vivente tanto quanto noi e gli animali.
A un certo punto siamo entrate nella pancia di Madre Rosa. Ne ho visto l’utero e le ovaie…dette ovari. Erano piene di ovuli. Puntini neri di minuscolo infinito. Ogni fiore è una stanza. Un mondo dentro. Uno scrigno di vita e perfezione.
Che ne sappiamo noi se loro non sentono? Secondo me sentono eccome. E fanno l’amore col vento e gl’insetti e l’acqua. Fanno l’amore con le energie sottili. I petali hanno capillari di sangue e venature di pelle. L’oro del polline è il marchio genetico, l’elemento maschile fecondante. L’ovulo fecondato dal polline diventa un seme. Osservate al microscopio i granuli di polline. Sono sculture d’indicibile bellezza.
Ecco…ho provato una specie di disagio con quelle punte fredde di metallo che squartavano mondi teneri.
Un fiore non è soltanto un fiore.
Quante volte li strappiamo senza pensare davvero?
Ho chiesto scusa a Madre Rosa. La mia colpa attutita dalla sua secchezza. Le ho fatto una carezza prima di lasciarla andare. Così. Scomposta. In mille pezzettini. Coriandoli di un carnevale umano.

“Quanti fiori decadono nel bosco
o periscono dalla collina,
che la loro bellezza non ebbero
in sorte di conoscere.

e quanti affidano un seme senza nome
a una brezza vicina,
ignari del dono scarlatto
che recherà ad altri occhi” (Emily Dickinson)

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Ingredienti per 4 persone:

400 gr. di pennette (per noi è un piatto unico)

2 zucchine

1 porro

olio, sale

panna di soia

menta artica e basilico

parmigiano grattugiato

una manciata di mandorle salate da tritare

Ho tagliato a dadini le zucchine e a rondelle il porro. Li ho fatti appassire insieme in una padella antiaderente con un po’ di olio e sale e con parecchie foglie di menta e basilico del mio balcone. A cottura quasi ultimata ho aggiunto la panna di soia, regolato di sale e aggiunto un mestolino di acqua di cottura della pasta. Ho frullato il tutto con parmigiano grattugiato. Prima di scolare la pasta ho tenuto da parte ancora un po’ di acqua di cottura per rendere il condimento più fluido e cremoso. Una volta impiattata la pasta l’ ho cosparsa con la granella di mandorle.

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