Zucca zucca delle mie brame, dimmi se sei la più buona del reame?! E’ autunno, nonostante un caldo anomalo e la mancanza preoccupante di pioggia, e qual è la regina dell’autunno…se non Mrs. PUMPKIN?! Ormai sono “zucca dipendente”, la amo in ogni modo: al forno con tante erbette aromatiche e sale grosso, nelle vellutate “in mille modi”, a dadini nel risotto o nella pasta, nei dolci… Ieri pomeriggio, su Facebook, mi sono imbattuta in una ricetta di Angela Maci, sorella di Chiara. La ricetta di questo cake compatto, “umido” e soffice. In un batter di ciglia mi sono ritrovata in cucina tra uova e frullatore, complice la zucca biologica a km.0 della contadina Lucia di Monte Pastore: letta, fatta, mangiata! Che bontà, ragazzi! Ho fatto qualche variazione alla ricetta di Angela in base al mio gusto e alle mie esigenze.
Ingredienti
300 grammi di polpa di zucca a dadini
4 uova
250 grammi di zucchero
250 grammi di farina di mandorle o mandorle tritate
120 grammi di farina senza glutine
80 grammi di burro
1 pizzico di sale
1 bustina di lievito vanigliato
1 bustina di vanillina
cannella
Per la glassa:
1 albume
150 grammi di zucchero a velo
succo di limone quanto basta
cannella
E’ semplicissima perché potete farla col frullatore! La cosa più faticosa è tagliare la zucca e, a torta sfornata, resistere alla tentazione di mangiarla tutta in un sol boccone.
Frullate la zucca cruda a dadini, aggiungete le uova e lo zucchero e frullate ancora. Aggiungete poi le due farine e un pizzico di sale. Il lievito, il burro morbido, la vanillina. Riempite uno stampo da ciambella oppure da plumcake, precedentemente imburrato e cosparso di pangrattato e infornato in forno ventilato già caldo a 180/200 gradi per 30 minuti circa.
Per la glassa:
Lavorate l’albume con la frusta elettrica senza montarlo e aggiungete piano piano lo zucchero continuando a sbattere e poi il succo di limone per lucidarla e renderla più bianca e brillante. Versate la glassa sulla ciambella sformata e cospargete con la cannella. Zucca e cannella sono un connubio straordinario.
Vi suggerisco di gustarla con una tisana bollente particolarmente aromatica. Io mi sono innamorata di questa, acquistata in Val di Non la scorsa estate. Una tisana della Pompadour trovata al supermercato, ma qui a Bologna purtroppo non l’ho mai vista. Di questa tisana adoro il lieve sentore di cognac/rhum che mi fa immaginare paesaggi imbiancati mentre dentro arde il camino. Il gesto delle mani che abbracciano la tazza, un morso, e la vita si fa più lieve, dolce, “calda dentro”. Ci sono torte che “sciolgono i nodi”.