Risotto ai mirtilli e cuore in Val di Fassa

10544375_10201876739154917_2173894450018687198_n

Quand’ero bambina e poi ragazza…andavo sempre in vacanza in Val di Fassa. A Pozza, per l’esattezza. A casa della famiglia Fanton. Ci trasferivamo in massa: io, mio fratello e i miei genitori. Il nonno Pietro. I miei zii, mio cugino. Stavamo tutti insieme nello stesso grande appartamento tra soffitti spioventi a mansarda in caldissimo legno, tappeti, credenze e nuvole variopinte di gerani sul balcone.

Le ricordo come vacanze stupende. Mia zia e mia madre si alzavano presto e andavano a comprare il latte, il pane caldo e i giornali. Era bello trovare tutto quel ben di Dio appena svegli. Imburrare le fette di pane, spalmarle con la marmellata di fragoline di bosco. A pranzo e a cena preparavano manicaretti, il profumino di funghi, zuppe, minestroni, tortini di patate…permeava la casa e anche il mio cuore. Dio, com’ero felice!

Eravamo tutti dei grandi lettori. Era bello scorgere negli angoli del salotto le pile dei libri di ciascuno. In alcune ore del giorno ognuno si faceva una tana sul divano, o a letto, o in terrazza e leggeva, partiva per un lungo viaggio tra le parole.

Facevamo tante passeggiate e alcune escursioni faticose…con bastoni e scarponi, borracce e giacche a vento. Così: insieme.

Intorno ai 15 anni mi sentivo uno stambecco:agile, aggraziato. Finalmente avevo fiato per raggiungere le vette. Avevo fiato e la strafottenza dell’età: camminavo sul bordo dei burroni, sfidavo le raccomandazioni, facevo fare le capriole alle vertigini di mia zia.

Ora invece ho il corpo che trema e la fatica in ogni muscolo, duro.

Seggiovie, ovovie, funivie.

Boschi, prati, laghi, vette innevate.

Baite. Strudel. Funghi di ogni tipo. Selvaggina. Frutti di bosco con la panna.

La Marmolada, valle San Nicolò, la malga Panna, la malga Ciapèla e molto altro ancora. Tantissimo altro.

I giretti nei paesi vicini: Vigo, Pera, Moena, Cavalese. I miei occhi pieni d’incanto davanti ai barattoli di miele, alle caramelle, ai liquori locali, alle stoffe trentine (tovaglie, presine, centri), agli oggetti in legno. I crocifissi davanti a cui sostare un secondo in silenzio. I ruscelli. Le stelle alpine. L’odore dell’erba e quello della legna che brucia. I mazzolini di fiori che raccoglieva mia madre e che faceva seccare tra i libri per poi farne quadri.

La mia cotta segreta per Francesco, il bello di casa Fanton, ora medico ortopedico. Tagliava il prato a torso nudo e i miei 15 anni lo guardavano col solletico di chi cresce e ammira.

Le chiacchiere con la signora Fanton, insegnante. La mia acquolina incantata davanti al suo orto. Le mani callose e i silenzi del cuore del padrone di casa, abilissimo falegname.

E poi Barbara, la biondina. E poi Christian che faceva soccorso alpino.

E il cane lupo di cui non ricordo il nome.

La sera spesso si giocava a carte. Oppure si guardava la tv, qualcuno leggeva. Mia madre spesso cuciva. Ricordo che la mamma e la zia si litigavano i piatti da lavare: “mi piace lavare i piatti”, “anche a me”. Ricordo i passi pesanti del mio nonnone sul parquet. Le sue scarpe ortopediche, il bastone. Dunque 3 passi alla volta, cadenzati. Ricordo che voleva una stanza vicino al bagno…per non fare troppo rumore la notte.

La mia pelle con quel sole rarefatto che sa di vetta diventava color cioccolato e gli occhi verdissimi come evidenziatori.

Sono verdissimi anche ora, lucidi di commozione.

Le mie donne di casa mi hanno trasmesso un dono e un “segreto”: il cibo è amore e bellezza. È tempo dedicato.

A volte basta cucinare un risotto ai mirtilli per essere risucchiati nel dolce vortice della memoria.

Come oggi.

Vi amo famiglia: mamma Ale, papà Raf, Gabri, zia Bobbi e zio Piero, Michi, nonno Pietro.

Per chi c’è ancora e per chi non c’è più. E per i nuovi arrivati: Samuele e Maria Sole, i miei figli. E Kim, il mio cane.

Nella sferetta blu pervinca del mirtillo…il per sempre.

Un aneddoto: quando mi sono diplomata col massimo dei voti, quasi col massimo 58/60…i miei genitori mi chiesero di scegliere un regalo. Un dono per quel percorso di fatica e soddisfazioni durato 5 anni. Io non desideravo un regalo “normale”. Nulla di modaiolo o vanitoso. Nulla di frivolo o tecnologico. Il cuore aveva le idee chiare: desideravo un oggetto che avesse una storia dietro e dentro. Di mani e di tempo. Così, l’estate dopo la maternità girai per tutte le botteghe artigiane di Pozza di Fassa e dintorni…finché non vidi lei: una Madonnina che mi folgorò per la sua bellezza e dolcezza. In punta di voce dissi ai miei genitori, quasi con timidezza: “ecco, forse ho trovato il regalo. Credo che vorrei questa.” E così fu. Ed è ancora appesa sulla parete dietro al mio letto. Mi guarda, mi sorride e mi racconta l’amore.

11169105_10203425556274377_43246485_n

Per il risotto. Io amo gli accostamenti inusuali, amo chi osa con gusto. Amo le sperimentazioni e i sapori agrodolci.

Ingredienti per 4:

300 grammi di riso Carnaroli, ma anche un po’ di più se mangiate solo quello

200 grammi di mirtilli

1 scalogno

vino rosso, un bicchierino da caffé

burro, parmigiano e Philadelphia o robiola (sempre la stessa indicazione: mi regolo a occhio, soprattutto quando manteco. Regolo per avere la giusta cremosità)

brodo vegetale già salato1912490_10201876743795033_9151994736294094853_n

Tritare finemente lo scalogno e fatelo appassire in un tegame antiaderente con un filo d’olio. Aggiungere il riso e farlo “tostare”. Sfumare col vino rosso. A parte cuocere i mirtilli con un pochino di burro. Continuare la cottura del riso aggiungendo il brodo vegetale poco alla volta e mescolando. Quando i mirtilli sono cotti…frullarne una metà e tenerne, invece, una metà con la polpa grossolana dei frutti. (tenerne anche qualcuno crudo per decorare). A metà cottura del risotto aggiungere i mirtilli frullati. A cottura ultimata aggiungere anche la polpa grossolana e qualche mirtillo crudo. Mantecare con un pochino di burro, un po’ di Philadelphia o Robiola e parmigiano grattugiato.

Potete impiattare aiutandovi con un coppapasta e decorare con mirtilli freschi, foglie di menta (consiglio quella artica) e succo di mirtillo con cui creare disegni.