I colli bolognesi e Ca’ Shin: officine di bellezza.

 

Avete presente la canzone di Cesare Cremonini, all’epoca Lunapop, “50 Special”? Quella che fa più o meno così:

“Ma quanto è bello andare in giro con le ali sotto ai piedi se hai una Vespa Special che ti toglie i problemi…
Ma quanto è bello andare in giro per i colli bolognesi se hai una Vespa Special che ti toglie i problemi…”

Già, quant’è bello andare in giro per i colli bolognesi! I colli bolognesi hanno qualcosa di magico, di poetico. Sembrano un dipinto, un quadro di Monet. Un verde così pieno, denso, rigoglioso. Sfumature che baciano gli occhi e ti fanno dire “grazie”. Per noi bolognesi rappresentano un vanto, ma anche un manto. Sono la nostra mantella delle giornate no. La mantella delle domeniche. La mantella della compagnia e della solitudine. Della festosità e della meditazione. La mantella delle decisioni e delle scelte. Una specie di copertina di Linus, di coccola per lo sguardo e per l’anima. A pochi passi dalle mura antiche, medievali e poetiche della città trovi il bacio buono e generoso della Natura. Una Natura che è Madre, prima di tutto. Insieme al trionfo della Basilica della Beata Vergine di San Luca che veglia dal Colle della Guardia, mammella architettonica e simbolica che offre un latte puro e santo. Monumento alla fede, alla tradizione, alla leggenda, alla bellezza, alla coesione di una città che si fa figlia, china il capo, s’inginocchia e cerca amore e sostegno dentro un’Ave o Maria, piena di Grazia. Sono 4km di salita impietosa per arrivare da Lei. Il portico più lungo del mondo: 666 archi. Il portico che s’inerpica su per il colle come fosse un serpente, un serpente maligno e, giunto in cima, trova la morte con la Madonna che gli schiaccia la testa. Forse perché il bene è un’ascesa, una catarsi. Un salire con fatica spogliandosi dell’inutile, degli orpelli, dei falsi problemi, dei cattivi sentimenti, del cicaleccio della gente. Proprio nel mio romanzo Matilda con la A (Cicogna Editore) parlo di questo, un piccolo accenno:

“San Luca è la Gioconda di noi bolognesi. Ci segue dappertutto con lo sguardo di mamma. Quando si ritorna da una vacanza, per esempio, l’occhio cade in un automatismo comune, quello di cercare la Basilica come segno di appartenenza, come a dire sono a casa, sono certo di avere i piedi su Bologna e quando la vedi cominci a sorridere come uno scemo, i muscoli si rilassano, il cuore gode.  La mi vecia amiga ed San Locca! È difficile spiegare Bologna ai non bolognesi. Come la spieghi una radice? Una culla? Un perimetro di mattoni rossi e colli verdi? Come spieghi i portici? Come spieghi le osterie, la piazzola, piazza Santo Stefano, le persiane verdi, i sampietrini, la sfogline, le sdoure, i nonni, i fangein, i piccioni…tutti i soccia, i sorbole, i ma va a cagher, ma va ben a rusco, che du maron, i brisa, il dare il tiro, la cassa, il bordello… Come spieghi le botteghe, il mercato, i vicoli stretti e dolci, la simpatia, la golosità, la “grassezza” dell’anima e della risata. Come spieghi un calice di vino rosso, la perfezione di un tortellino. E le terrazze nascoste tra i tetti. E gli odori. Gli ippocastani. I tigli. I Giardini Margherita. Parco Talon. Come la spieghi la vita? La vita qui? Puoi solo viverla e da Bologna non si scappa.”

Capita che oltre alla bellezza di Madre Natura e ai simboli della fede ci si possa imbattere in vere e proprie officine di bellezza, come Ca’ Shin ad esempio. Cos’è? E’ uno spazio vivo e biologicamente e umanamente interattivo. E’ un laboratorio nel verde in cui s’incontrano: cervelli, mani, cuori, cibo, atmosfere, percorsi, attività, libri. Ca’ Shin nasce da un’idea di bellezza. Nasce dal sogno di una scintilla, di un’idea che partorisce la luce. E’ una promessa di bene. Nasce dall’operosità, dal crederci ancora nonostante tutto. E nasce con l’impegno di riqualificare un parco e una casa. Dare valore, lustro e fecondità a un territorio. Offrire momenti e sentimenti. Sì, è un luogo in cui io ho visto sentimento: nel cinguettio degli uccellini mentre mangi e scorgi un piccolo paradiso. Nell’atmosfera shabby chic, nei dettagli semplici ma ricercati insieme. Ho visto sentimento nei piatti, negli angoli, nei sorrisi, nel significato che c’è dietro. Rimango sempre incantata dalla preziosità dei significati. Ci sono luoghi in cui si va a mangiare e basta, altri-come questo-in cui ci si concede un’esperienza emozionale. In cui vedi il pensiero che sorregge ogni gesto, in cui tocchi con mano la luce che si appoggia sulle cose. E per un attimo ti domandi: ma allora c’è ancora qualcuno che crede alla bellezza? Allora c’è ancora qualche anima coraggiosa imbibita di speranza ? A Ca’ Shin c’è l’orto, c’è una piccola biblioteca, c’è una piccola palestra e una sala video usata per riunioni e conferenze. Ogni giovedì sera c’è la Cena del Pellegrino “mangi quel che dico io, ma scegli tu quanto pagare”. Al venerdì sera si torna alle origini: si spengono le luci artificiali e si accendono le candele, lucciole calde di fuoco antico. E’ anche luogo d’arte e di contaminazione, un luogo in fermento che non si ferma. E’ laboratori per tutte le età, è cestini pronti da portare nel parco per fare un picnic. E’ camminate e sentieri. E’ feste, compleanni e campi estivi. Questa casa si chiamava Villa Silvietta e nel 2008, attraverso un bando pubblico, il Comune di Bologna la assegnò alla Cooperativa Le Ali (onlus). Attraverso l’alchimia dei soci, il progetto e l’impegno è nato il mondo di Ca’ Shin: “Numerosi progetti sono nati da questa fucina di idee: alcuni “itineranti”, oppure destinati ad altri luoghi che non siano il parco stesso.Tutti però sono accomunati dalla stessa filosofia di base: ecosostenibilità e attenzione al bambino e alla famiglia.” Il menù segue la stagionalità dei prodotti, la tradizione, ma anche l’innovazione. Accanto alle tagliatelle al ragù è possibile gustare il meraviglioso piatto unico vegetariano o l’antipasto petroniano con asparagi avvolti nella pancetta croccante, spuma di mortadella e una fetta di buonissimo pane tostato con olio e sale. Quando poi stai per uscire e acchiappi ogni dettaglio con gli occhi, come farebbe un retino con le farfalle, e t’imbatti in un libro e lo prendi in mano e scopri che è una favola che racconta proprio la nascita di Ca’ Shin e la rinascita di un luogo, allora gli occhi si velano di commozione. Leggi il titolo: “La Ragazza che lucida i sogni” ed. Carthusia. Lo sfogli. Ed è come un cerchio che si chiude. Lo spessore luminoso delle cose. Questa casa ha un libro, capite? Un libro che racconta la sua storia? Dettagli che non possono sfuggire a una scrittrice. (NB- col ricavato della vendita del libro si sostengono i progetti della Cooperativa Le Ali Onlus).

Allora, che dite? I colli bolognesi valgono un giro? Io dico di sì. Per questo e per molto altro.

Ps: le foto di questo blog sono tutte fatte da me, Cecilia Mazzeo11180193_10203421604735591_793305558_n11158036_10203421603455559_1350645118_n11165922_10203421603975572_257341704_n11178491_10203421640696490_1069746361_n11160396_10203421644776592_553601946_n11156911_10203421641496510_1951963990_n11180027_10203421641616513_1634995863_n11157940_10203421603055549_1000691667_n11156788_10203421641256504_1034086571_n11160127_10203421641136501_2110897176_n11178599_10203421637656414_996082554_n11164179_10203421644576587_1166197832_n11180128_10203421644376582_374878035_n11156994_10203421638416433_1689238657_n11173458_10203421639096450_29075667_n11178408_10203421639456459_1106163550_n

4 Risposte a “I colli bolognesi e Ca’ Shin: officine di bellezza.”

  1. Mi hanno spedito poco fa il link, non ne sapevo nulla. Questo fluire di parole cadenzate e musicali sono scivolate sotto i miei occhi con una profondità che mi ha toccato il cuore. Nessuno mai fino ad ora ha mai descritto questo luogo capendolo nelle sue viscere come hai fatto tu ! Te ne sono – siamo veramente grati tutti tutti dai nostri cani Bio e veg ai ragazzi in sala in cucina a tutti i soci giovani e anziani ai volontari!! GRAZIE mi piacerebbe incontrarti per poterlo dire di persona

    1. C’incontreremo presto…lassù nel vostro paradiso felice dove il sudore è oro nobile!

  2. Che “bella penna” Cecilia, complimenti per questo piccolo prezioso blog!
    Cà shin è magicamente questo, un sogno … nato, realizzato tra mille difficoltà, in perenne modulazione… e ricerca della bellezza.

    1. Grazie di cuore! Questa preziosità è uno scambio, un passo a due. Un volo da anima ad anima. Cecilia

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