Nidi di pane e uova

Nidi di pane e uova, magari benedette: quale “sintesi gastronomica” migliore per rappresentare la Santa Pasqua?! La Pasqua che è Resurrezione e Vita Nuova, ri-nascita. Un uovo che si schiude, una forza che rompe il guscio e la vita, gialla, che sbuca come un pulcino. L’ uovo come elemento simbolico di rottura e cambiamento. Rompere il buio, “rompere la morte” attraverso la fede e la promessa della vita eterna. Oggi, Venerdì Santo, vi lascio questa idea per la vostra Pasqua. Un’idea gustosa e coreografica che può essere un secondo, un antipasto o un piatto unico.

Ingredienti:

Una rosetta di pane a persona

Salsa tartufata di qualità

Fettine di scamorza affumicata q.b. (a seconda del numero di rosette)

Uova (1 a persona e a rosetta)

Prendete le rosette, tagliate la calotta in modo da ottenere un “coperchio” e togliete la mollica in eccesso per creare un paniere, poi mettete le rosette qualche minuto in forno (calotte) comprese, giusto per farle dorare un pochino. Riprendetele dal forno, mettete due fettine di scamorza affumicata sul fondo, la salsa tartufata e rimettete in forno bollente ma spento per non far bruciare le rosette. Nel frattempo fate le uova all’occhio di bue in una padella antiaderente avendo cura di lasciare il tuorlo un pochino morbido. Prendete le rosette dal forno e adagiate ogni uovo nei cestini di pane. Impiattate con la calottina. Potete accompagnare con asparagi selvatici o fondi di carciofo trifolati.

Vi piace l’idea?

Quest’anno per noi ho scelto una Pasqua “lilla” con effetto giardino 🙂 e piante vere (Cineraria, timo e lavanda) al centro della tavola. La Cineraria nel linguaggio dei fiori significa CALMA, la lavanda indica purificazione, prosperità, gioia e protezione. Il timo, dal greco, significa “soffio vitale” e ha a che fare con l’anima dei morti. Ecco dunque la simbologia potente al centro della tavola: un senso di pace e di calma, la morte e la Resurrezione.

Mi sono divertita a fare fiori di carta, ninfee, con semplici tovaglioli di carta effetto tessuto.

Saranno quattro segnaposti e altre per decorare la tavola. Non sono bellissime e “petalose”? Ho scelto la ninfea per il suo meraviglioso significato. Un fiore lacustre, che affonda le radici in acque paludosi e stagnanti. Un fiore che ha a che fare con il fango e col sole, splendida metafora della vita e della Pasqua. Simboleggia, infatti, l’alba e la rinascita. La ninfea però ci chiede di non dimenticarci del fango in cui affondiamo le radici, ma di farne tesoro per sbocciare a vita nuova. La ninfea è simbolo di resilienza, della vittoria della perseveranza davanti alle avversità. La ninfea è in quella frase di Niccolò Fabi “perché la gioia come il dolore si deve conservare, si deve trasformare.” Trasformare il dolore, essere plastici, flessibili. Mai come quest’anno sono diventata una NINFEA che non dimentica la palude ma si apre al sole della vita.