I miei strangozzi umbri

Gli strangozzi umbri non sono né fettuccine né tagliatelle né spaghetti, guai eh! 😅 E non sono nemmeno gli strozzapreti, spesso confusi tra loro.

Gli strangozzi sono una pasta umile dalla storia centenaria, sono una pasta lunga dalla sezione rettangolare. Una pasta a base di farina, semola, acqua e olio. No uova. Sono tipici della zona tra Foligno e Spoleto e prendono il nome dalle vecchie stringhe di cuoio delle scarpe.

Oggi qui è andata così:

“Mia figlia era incredula di felicità e con gli occhi che sprigionavano stima da tutte le parti come a dire: “mamma, ma sei matta? Ma dove la trovi la forza?” Ah, non lo so. È che amo la vita e “amo amare” così…con questi voli all’improvviso. Mio figlio: “soccia che buoni!”
Niente, dopo 7 km, una chiacchierata sotto casa e una telefonata, alle 12.40 sono andata in cucina e ho preparato il sugo con le polpettine. Poi sarei dovuta andare a lavarmi i capelli, ma con quel sugo lì il cuore mi diceva che ci voleva una pasta “phiga”, fatta in casa. Ben, quasi alle 13 mi sono messa a fare gli STRANGOZZI UMBRI. Li conoscete? Io li adoro. Li mangiai a Spoleto a casa di Mariarita che ero ancora una bimba. Non li avevo nemmeno mai fatti. Ma ecco che in due minuti mi sono organizzata, ho tirato la sfoglia e ho fatto gli strangozzi. Gli strangozzi assomigliano alle tagliatelle ma sono senza uova e devono essere imperfetti e con una consistenza davvero speciale.
Non so cosa dire se non che sono davvero un poco magica e che erano talmente buoni che ci voleva il bis e anche il tris.
A cosa servono i ristoranti per chi ha ME? A nulla. Beh io dico che le zdaure, ma quelle pure molto colte, curate, belle, brillanti e “femmine” dovrebbero essere patrimonio dell’umanità 🙂🙃🥰 Dopo la ricetta sul blog!”

Ingredienti per 4 persone:

200 grammi di semola di grano duro rimacinata

200 grammi di farina

200 ml (o poco più) di acqua fredda di frigorifero

2 cucchiai di olio

Impastate gli ingredienti fino a formare un panetto liscio ed omogeneo. Fatelo poi riposare una ventina di minuti coperto da un canovaccio o da pellicola trasparente.

Infarinate bene il piano di lavoro e iniziate a prendere un pezzo di impasto, a stenderlo col mattarello fino a formare un rettangolo. Spolverate bene con semola e farina entrambi i lati della sfoglia. Create un rotolino di sfoglia e tagliate a rondelle larghe 3/4 mm e poi srotolate delicamente ogni rondella e appoggiate gli stringozzi su un vassoio infarinato.

Gli strangozzi devono essere spessi e belli corposi. Mettete a bollire l’acqua in una pentola con sale grosso e un filo d’olio. Quando bolle versate gli strangozzi. Si cuociono alla velocità della luce!

Scolateli e conditeli con il sugo che più vi aggrada. Ottimi col tartufo, con un sugo piccantino di asparagi selvatici ma anche col mio sugo di pomodoro e polpettine fatte in casa.

Durante i miei 7 km, fiori e bellezza. E San Luca eternamente da immortalare.

Io dipinta da Giancarlo Argelli. Dono inaspettato. Perché l’arte ha tante facce e tanti linguaggi…

Cecilia Mazzeo, autrice, foodblogger, Mamma Ceci, “tante cose”